A raccontarci questa settimana della propria tappa del Fosso sono i ragazzi del Camisano Running, rappresentati dal loro presidente Giampietro Salvitti e dalle sue “badanti/aiutanti”, come le chiama scherzosamente lui stesso.

Ieri sera, venerdì 3 luglio, sarebbe dovuto essere il nostro Fosso, il nostro giorno: avremmo dovuto disputare la sesta edizione del “Giro delle Mischerpe”, giunta al quarto anno all’interno del Criterium del Fosso, e soprattutto al secondo anno di Memorial del nostro compagno di corsa Paolo Zamboni. 
Sarebbe dovuto essere tutto perfetto per un’edizione particolare, che avrebbe unito Fosso Bergamasco e Comitato Cremonese, gara competitiva e marcia non competitiva.
Purtroppo, però, nella stagione del Covid-19 ci siamo ritrovati senza gare, senza la possibilità di metterci un numero sul petto, ritrovarci con i nostri compagni e avversari, aspettare lo “start” e correre insieme verso il traguardo. La gara per noi è un evento, e il pettorale non serve solo a distinguere i runners, ma ci fa anche entrare in una dimensione speciale, in un mondo a parte dove le condizioni sono diverse da quelle del quotidiano. Questa realtà è particolare perché risveglia in noi la capacità di fare appello a tutte le energie fisiche e mentali che possediamo, e che a volte non sappiamo nemmeno di avere.
L’evoluzione della pandemia nella nostra zona ci ha spiazzati. Ci siamo ritrovati non solo a correre da soli, ma anche nell’impossibilità di allenarci e fare ciò che più amiamo. Il nostro gruppo, però, non si è mai perso d’animo e ha cercato subito di adeguarsi al cambiamento: prima di tutto il nostro direttivo, guidato dall’instancabile e vulcanico presidente “Giampi”, ha organizzato e realizzato una raccolta fondi, grazie alla quale siamo riusciti a destinare ben quattromila euro agli ospedali di Crema e Treviglio.
Abbiamo poi seguito il motto #distantimauniti e, appese le scarpe al chiodo – solo temporaneamente, sia ben chiaro – siamo rimasti attivi nell’osservare le indicazioni. Noi sportivi, che facciamo della disciplina uno stile di vita, ci siamo affidati ai ricordi passati e abbiamo attesto il momento in cui avremmo potuto tornare a correre. Non è stato facile. Anzi, è stata durissima. In questa strana e sfortunata stagione di Fase 2, però, abbiamo l’occasione di riscoprire la corsa in solitaria, di riscoprirla e tornare ad apprezzarla. Nel proprio silenzio, infatti, ciascuno impara ad ascoltare con più attenzione il proprio corpo, il respiro, e a beneficiare della sensazione di libertà e leggerezza che solo la corsa può darci.
Per la nostra tappa di quest’anno, sinceramente, a lungo abbiamo coltivato la speranza di poter realizzare la manifestazione. In realtà però non è stato possibile. Per questo motivo la nostra corsa agonistica si è trasformata in una corsa sociale di 10 kilometri alla quale hanno partecipato i nostri tesserati nel rispetto delle indicazioni fornite dagli organi preposti. Ieri sera, dunque, ci siamo finalmente ritrovati! E’ stata l’occasione buona per aumentare la forza, la coesione e l’energia della nostra meravigliosa società sportiva, che nella realtà dei fatti è molto più di una semplice squadra!